Domani alle ore 10,30, in occasione del 78° anniversario, Andrea Raia, primo sindacalista ucciso dalla mafia a Casteldaccia il 5 agosto del 1944, sarà ricordato con la deposizione di una corona d’alloro sulla sua tomba, presso il cimitero comunale di Casteldaccia.
Parteciperanno la Cgil, l’Anpi, il Centro Pio La Torre, il Comitato Andrea Raia e i familiari.
“Andrea Raia era una persona generosa, che amava la giustizia e per affermarla si batteva contro la mafia e la prepotenza del potere municipale di allora – dichiara Dino Paternostro, responsabile Legalità e memoria storica per la Cgil Palermo – Nel difficile dopoguerra siciliano, mentre ancora al Nord si combatteva contro il nazifascismo, Raia sosteneva la scelta dei partiti del Comitato di Liberazione nazionale di non abbandonare nella disperazione e nella fame le popolazioni delle città, sostenendole con i “granai del popolo”. Ma la sua onestà intransigente non piaceva ai padroni del municipio, agli agrari speculatori e alla mafia, che decisero di assassinarlo”. “Purtroppo – rileva Paternostro – anche se la mamma di Andrea indicò con grande coraggio e con nome e cognome gli assassini del figlio, la giustizia ingiusta di allora archiviò l’assassinio come a carico di ignoti. Oggi ricordiamo Andrea Raia come un grande dirigente della Cgil, costruttore di solidarietà tra contadini e operai, tra la città e la campagna”.
“Lo hanno ucciso perché si è opposto alla corruzione, perché faceva del bene senza chiedere in cambio niente, perché era onesto- aggiunge Pino La Piana, responsabile della Camera del Lavoro di Bagheria – Andrea Raia lo hanno ammazzato la prima volta, sparandogli a tradimento. E poi una seconda volta, e tante altre volte, cercando di infangare la sua storia di uomo perbene. Questa potrebbe sembrare una storia di tanti anni fa ma è una storia senza tempo: i valori in cui credeva Raia nessuna arma potrà mai cancellarli. Ed è una storia quanto mai attuale, perché ancora oggi c’è chi considera scomode le persone oneste e prova in modo subdolo a distruggerle. Cercando di isolarle, zittirle, denigrarle. Eppure, è solo grazie alle persone oneste, alle persone valorose come Raia, alle persone che con sacrificio e coraggio seminano bene, che si potrà davvero sperare in un futuro”.
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