Sui pini di via Bagnera parlano le carte. 

Non volendo assecondare il silenzio che sta calando sulla vicenda, facciamo parlare i documenti.

 


Basterebbe pubblicarli per intero, e siamo certi non vi annoiereste. Ma dopo la chiacchierata con il dottore Giovanni Sorci, agronomo del comune in pensione, avevamo curiosità di vedere con i nostri occhi e di fare parlare anche loro.

Il primo parere dell’ottobre del 2019, redatto dall’agronomo tecnico interno del comune, su richiesta del Sindaco Filippo Tripoli appena insediatosi. Il Sindaco aveva ereditato i lavori di riqualificazione di via Bagnera, progettati e finanziati dall’amministrazione precedente, ma su quel progetto aveva giocato buona parte della battaglia denigratoria nei confronti dell’amministrazione grillina, anche per l’abbattimento di alcuni pini. Allora era intervenuta duramente anche Legambiente
Quella relazione quindi diventava snodo cruciale, sopratutto nel punto in cui, dopo la descrizione dell’apparato alberale oggetto dell’indagine si legge: “…per un tratto di 90 metri il filare risulta interrotto, in quanto nel 2016, l’amministrazione comunale pro tempore ha reciso SCONSIDERATAMENTE E IRRESPONSABILMENTE, 10 pini alla base…

Questa frase è già sufficiente a chiarire la posizione. Perché i 10 pini tagliati dai 5stelle non sono cosa buona e quelli tagliati  da questa amministrazione oggi lo diventerebbero?!? Li hanno tagliati con la mano sbagliata? Non facevano danno sul marciapiede allo stesso modo? Ma andiamo avanti.

Gli alberi, sotto il profilo manutentivo manifestano una completa assenza di manutenzione la qualcosa, …costituisce sicuramente un fattore positivo… …è necessario solamente eliminare qualche ramo per dare maggiore compostezza a qualche albero”.
Le piante sono sane, e anzi l’incuria le ha preservate. Ma ancora: 

…gli alberi, nella fase dell’impianto, sono stati piantumati sui minuscoli marciapiedi allora esistenti, decisamente già allora di insufficiente larghezza per un minimo funzionale transito dei pedoni, reso ancor più disagevole per la presenza di segnali stradali, insegne pubblicitarie e interruzioni varie…”

Le soluzioni proposte dal tecnico agronomo del comune per salvaguardare alberi e marciapiede: 

…lo spazio per un funzionale marciapiedi non era già sufficiente prima del 1996… (prima degli alberi n.d.r.) …si può ragionevolmente razionalizzare l’uso degli spazi disponibili lasciando lo spazio alla crescita del fusto di una dimensione non inferiore a un metro – un metro e venti, e la rimanente parte di marciapiede situata tra un albero all’altro, realizzarlo per quanto possibile a raso rispetto alla sede stradale, asfaltandolo, magari di colore verde, proteggendo i pedoni con dissuasori economici che, in ogni caso dovranno essere adatti al contesto.”
C’era una proposta. 


Successiva a questa relazione, una conferenza di servizi un anno dopo, che comincia con una premessa del Sindaco che contiene la prima immensa castroneria strumentale. Dopo avere bloccato i lavori dei “cattivi taglialegna grillini”, si doveva ora procedere davvero al taglio per riprendere i lavori di riqualificazione necessari. E allora Tripoli esordisce sottolineando “…il pericolo per l’incolumità dei cittadini… perché i pini sono pericolosi, data la loro altezza…

Un tecnico agronomo in pensione, qualche giorno fa mi spiegava (e specificava più volte) che la pericolosità di una albero non è data dall’altezza, ma dalla probabilità che si verifichino due eventi, lo schianto parziale e lo schianto totale. Lo stato di salute dei pini di via Bagnera, fino all’ultimo, non faceva assolutamente presagire questi eventi, gli alberi erano sani. L’incipit è pretestuoso come buona parte della conferenza dei servizi, che procede in una direzione chiarissima e unica con la sola eccezione dell’agronomo Sorci, che completa un pensiero dell’assessore Massimo Cirano sulla necessità di espianto e immediata ripiantumazione (che secondo il regolamento del verde del comune di Bagheria deve avvenire entro un anno dal taglio n.d.r.), con una valutazione: 

…buona parte del territorio di Bagheria é sotto tutela paesaggistica della sovrintendenza, il regolamento sul verde è fatto sulla base degli orientamenti europei e internazionali per cui esiste il criterio di compensazione… è necessario fare alcuni passaggi tra ai quali chiedere il parere della sovrintendenza.”

Ora il documento che le altre associazioni ambientaliste e ecologiste ( altre rispetto a Legambiente che ha sposato la tesi del comune), e tutti gli altri attori intervenuti a tutela di quegli alberi, è proprio questo. 
Non lo mostrano! Allora viene il dubbio: esiste? Era  necessario? Era necessario per tutti gli alberi, o qualcuno dei pini ricadeva in zona vincolata ed altri no e si è tagliato comunque tutto indiscriminatamente?

Si può risolvere adesso chiedendo un’autorizzazione ad albero già abbattuto? Che valore avrebbe?

Perché nessuno pone le giuste domande, e perché nessuno ci da le giuste risposte?

Gli alberi non ci sono più.


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Questo articolo ha 2 commenti

  1. Conosciamo la relazione dello stimatissimo agronomo Sorci, da molto tempo.La suddetta relazione ,infatti, è solo una parte del dossier in questione. Esaminata fuori dal contesto d’insieme, mostra una veduta parziale. Per avere una visione corretta della questione, bisogna leggere tutta la documentazione ,altrimenti si rischia come nel suo caso, di gridare al lupo vedendo un’ombra proiettata sul muro, per poi vedersi presentare un gattino . Approfitto dell’occasione, per ribadire che Il circolo di Legambiente Bagheria e dintorni, non è minimamente preoccupato di tutte le illazioni, pettegolezzi e puerili tentativi di diffamazione, sui media, da parte di neo -ambientalisti radical chic e radical scioc, in cerca di notorietà .Ribadisce inoltre che (come sempre) è disponibile per ogni chiarimento, a qualsiasi cittadino motivato che ne faccia richiesta ,compresa consultazione documenti e ragioni di scelte e strategie.(esclusi saccenti,supponenti,arroganti e desiderosi di notorietà)

    1. Pregiatissimo Signor Cerami,
      L’autore ha avuto l’immenso piacere di rispondere ancora una volta dal suo profilo Facebook personale per consentire alle sue doglianze la giusta risonanza, acciocché i lettori possano farsi idea precisa non già solo degli argomenti ma anche degli interlocutori, profondamente connotati dai toni che usano. L’autore ringrazia ancora della cortese immeritata attenzione.

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