Ripristinati i sigilli nel cantiere del prolungamento di via Dante. Quando l’ignoranza è figlia dei silenzi.

Una squadra di operai del Comune e una pattuglia dei Vigili Urbani hanno rimesso in essere la limitazione all’accesso del cantiere posto sotto sequestro dall’autorità giudiziaria per accertare presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti. La manomissione dei sigilli ad opera di ignoti, era stata da noi denunciata nei giorni scorsi.

Giovedì sera una pattuglia di agenti di Polizia Municipale e la seconda squadra di reperibilità del comune di Bagheria, capitanata dal Geom. Michelangelo Speciale, hanno ripristinato i sigilli apposti durante il sequestro del cantiere aperto per l’esecuzione delle opere di sistemazione a verde zone adiacenti strada peep Contrada Monaco, delimitando la zona in cui passeggiavano serenamente signore con la spesa, vetture e giovani fanciulli intenti all’esplosione di petardi proprio tra i rifiuti in una zona che sarebbe teatro di un reato, e sotto indagine per accertamenti.

La contestazione riguarda lo smaltimento dei rifiuti ritrovati durante la bonifica del canneto completamento asportato (“…sistemazione a verde..”???), alcuni dei quali sembra siano stati prossimi all’interramento abusivo in loco.

La ditta appaltatrice Paglino Vincenzo di Alcamo, dovrà nei prossimi giorni, intervenire per rendere il cantiere inaccessibile migliorandone la recinzione, fino all’eventuale dissequestro. L’intervento della magistratura qualora si decidesse di procedere, ma lo stesso sequestro, allungano inevitabilmente i tempi dei lavori, creando ulteriori disaggi anche alla circolazione. Il cantiere di suo, invade buona parte della carreggiata che, in momenti della giornata e la domenica in occasione della celebrazione della messa nella vicina parrocchia, si restringe ulteriormente per il parcheggio incauto di alcuni incivili.

Resta poi il mistero sul silenzio nei confronti di questa vicenda, la cui divulgazione sarebbe stata utile ad informare i cittadini, nella speranza che, il fatto di sapere di stare violando una zona posta sotto tutela giudiziaria, avrebbe potuto fare da deterrente (forse). Sintomatico poi a Bagheria,il fatto che, sul possibile reato ai danni dell’ambiente resti in silenzio chi dovrebbe urlare allo scandalo o quanto meno prendere posizione, perché proprio di sua competenza.

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