Nel vangelo di Luca l’annuncio è portato a Maria. Secondo il vangelo di Matteo l’angelo parla a Giuseppe: non una parola sul sì di Maria, nessuna sosta da Elisabetta, niente di tutto ciò. Se sovrapponiamo i due vangeli, scopriamo che l’annuncio è fatto alla coppia. Dio è all’opera in ogni coppia. Ha avuto bisogno del sì di Giuseppe e del sì di Maria. Amico lettore, Dio ti sfiora nelle relazioni, nella casa.
Giuseppe trova incinta Maria ed è sconvolto: come dargli torto. Passava un anno tra il matrimonio e la convivenza ma il “fidanzamento” ebraico costituiva un vero vincolo giuridico, anche se poteva precedere di uno o due anni il matrimonio; la sua violazione era considerato adulterio. Amico lettore, nella vita accadono eventi che non capiamo, di fronte ai quali i nostri progetti si sgretolano. La nostra vita, a volte, assomiglia a questo racconto. Sogniamo, pianifichiamo ma poi la realtà arriva in un modo inaspettato. A questo punto possiamo passare il tempo a rimuginare ciò che poteva accadere, oppure possiamo metterci in gioco. Amico lettore, scegli la vita nonostante le delusioni che riserva.
Deve essere stato difficile per Giuseppe dover accettare di trovarsi davanti alla gravidanza della donna che amava. Si sarà sentito ferito, tradito. Immagino la notte insonne: “Maria? Mi sarò sbagliato su di lei? E chi sarà il padre?”. Secondo la legge avrebbe dovuto denunciarla e quindi condannata a lapidazione.
Quell’inatteso rientra in quell’irregolare umano che forse è l’unica regola delle vicende umane. Secondo la tradizione Maria è adultera. L’adulterio era commesso da un uomo e da una donna, ma era la donna che ne pagava le conseguenze perché apparteneva al marito.
Giuseppe decide di lasciare Maria per rispetto non per sospetto. Lo fa perché è “giusto”. Nella Bibbia giusto è chi è fedele alla Legge (Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, erano giusti). La legge indicava di ripudiarla. Giuseppe non obbedisce alla legge ma al suo cuore, lascia che la corazza della legge sia scalfita dall’amore. Giuseppe non è giusto secondo la legge ma secondo l’amore perché il cuore della legge è l’amore. Per essere santi non basta essere giusti, bisogna essere sovra giusti, non basta il buon senso, serve misericordia.
Giuseppe è giusto perché non vuole passare per il padre del Figlio di Dio. Giuseppe scopre che Dio ha su di lui un progetto superiore al matrimonio con Maria, ecco perché delicatamente si ritira da questa vicenda colma della presenza di Dio.
Dio sceglie Giuseppe perché pronto ad accogliere lo stravolgimento dei propri progetti.
Noi cerchiamo certezze, a Giuseppe basta l’intuizione della certezza. Maria vale di più dei suoi dubbi.
Sogni
Giuseppe è un capolavoro di uomo perché si assume le conseguenze dello stravolgimento che Dio stava operando. Se a Maria è riservato un angelo, a Giuseppe solo l’esperienza di un sogno. A Giuseppe Dio parla attraverso i sogni.
Nel lavorio interiore di Giuseppe sono coinvolte sia la dimensione conscia sia quella inconscia, espressa dal sogno. Il sogno è capacità di aprire il futuro, rinvia alla sfera del desiderio. Giuseppe, con il sogno, varca i limiti del possibile.
Matteo in due capitoli racconta cinque sogni. Tutti quelli di Giuseppe indicano una via, una scelta rischiosa: fuggire in Egitto, ritornare in terra d’Israele, prendere con sé Maria.
Nella Bibbia, il sogno è il messaggio di Dio. Perché? Perché ci sono cose che non riusciamo ad accettare. Il sogno svela di notte quello che non vogliamo vedere o che è emotivamente intenso. Il sogno parla di noi, anche se noi non lo vogliamo, se lo rifiutiamo. Un sogno è un cammino, una strada. Ci si può fidare di un sogno? Si! Giuseppe sa che c’è differenza tra una cosa che sembra vera e una cosa che senti essere vera. Quando una cosa è vera, in fondo, il nostro cuore lo sa. Conta seguire ciò che sappiamo essere vero, anche se ci conduce per vie ignote.
Nel sogno c’è la soluzione: Giuseppe gli darà un nome, una storia, un passato grazie cui potrà andare verso il futuro.
«Giuseppe, destatosi dal sonno, fece come l’angelo del Signore gli aveva comandato e prese con sé sua moglie». Ecco il cristianesimo: assumersi la responsabilità di quello che accade. Dio sceglie Giuseppe perché è pronto a rallentare e a trovare il tempo per sognare, per riconoscere la Sua volontà.
Silenzio
Giuseppe non parla mai: «Il più alto raggiungimento nella fede è rimanere in silenzio e far sì che Dio parli e operi internamente» (M. Eckhart). Silenzio significa lasciare a Dio ciò che è oltre la mia portata e le mie capacità. Nel silenzio la parola di Dio può raggiungere gli angoli più nascosti dei nostri cuori.
Giuseppe scopre di avere nel cuore Maria, di amarla in perdita, per primo, anche senza volerla possedere. L’angelo ha per Giuseppe le stesse parole che furono per Maria: «Non temere». Dio invita Giuseppe a entrare nel Suo progetto per introdurre suo figlio nella stirpe di Davide secondo la promessa. Che bello vedere che la storia di Maria e Giuseppe sia iniziata dentro questo identico invito: “Non temere”. Nella nostra vita ingarbugliata Dio ci invita a non temere!
Giuseppe, in ebraico “Yohsèf “, significa “Dio aggiunga”: il suo nome ricorda all’uomo di ieri e di oggi che nessuno basta a se stesso.
La bella notizia di questa domenica? Per il coraggio di Giuseppe, Dio avrà un figlio tra gli uomini.
Paolo De Martino
IV Domenica di Avvento (Anno A) (18/12/2022)
Vangelo: Mt 1,18-24
Rubrica religiosa a cura di Giuseppe Fumia
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