Iniziativa a cura di Franco Aliotta e Ina Gagliano
Luminarie, cultura ed eccellenze culinarie: è di questo che si veste la nostra amata Sicilia nel periodo dell’anno più amato dagli adulti e dai bambini: il Natale.
Ed e’ proprio nel periodo natalizio che in tema di tradizione nella nostra terra si assiste a qualcosa di magico e senza eguali. La lista delle antiche usanze è certamente lunghissima ma tra queste spicca una posizione di rilievo nell’ immaginario collettivo popolare: gli zampognari.
Ma qual è l’origine della zampogna? – Un indizio in questo senso ci viene dato dall’etimologia del nome: si tratta di un termine derivato dal greco che a sua volta è poi passato nel latino come “symphonia”. Un’origine che si perde nei miti e nelle leggende degli antichi, che per primi diedero un nome al “suono”e alla musica. Oggi si tratta di un termine attestato anche nell’italiano, che indica il tipico strumento a fiato composto da un otre di pelle e da una o più canne, che nei dialetti volgari veniva chiamata “sampogna”.
Di fatto la zampogna e’ uno strumento legato alla iconografia e alla leggenda del Dio Pan.
Si racconta che i sacerdoti per celebrare tale divinità intendessero creare uno strumento che rappresentasse la caratteristica principale del loro dio, ossia l’unione cosmica dell’elemento maschile con quello femminile. Ed in effetti il Dio Pan (che in greco significa “tutto”) era spesso raffigurato con il flauto in una mano (l’elemento femminile), e un bastone nell’altra (l’elemento maschile).
Pan era anche il Dio dei Pastori ragion per cui la zampogna è divenuto uno strumento intensamente legato anche alla pastorizia. I pastori, in occasione delle transumanze, erano soliti portare con sé le zampogne, fatte con legno e pelle di capra, che venivano suonate nei momenti di pausa spesso intonando dei veri e propri concerti.
Nel corso della storia, durante la Novena, i pastori zampognari scendevano nei paesi, suonando canzoni natalizie e canti. Solitamente si esibivano in coppia, vestiti appunto come dei pastori, con qualche lieve aggiunta di colore rosso. Quello più anziano suonava la zampogna, il più giovane la cosiddetta ciaramella, ossia un flauto dal suono perforante.
Con il passare del tempo l’assistere alla loro esibizione a valle divenne una consuetudine molto diffusa fino a rendere gli zampognari simboli principali del Natale.
Ed è anche grazie a questi cenni storici introduttivi che abbiamo il piacere di annunciare un evento imperdibile a cura di Franco Aliotta ed Ina Gagliano. Proprietari della rinomata cartoleria “Carto-Aliotta” – e promotori della cultura bagherese, anche grazie all’estimento della zona di via De Spuches dedicata a Renato Guttuso, si annuncia che la suddetta vedrà e sentirà a partire dal 16 dicembre sino al 24 dicembre dalle ore 16, uno zampognaro, intonante canti natalizi.
Mariangela Facendola
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