Il nostro Professore Antonino Russo, trasferitosi a Napoli da tempo immemore, ci racconta con quel suo stile avvolgente, del fenomeno dei “botti” partenopei ormai famigerati. Nel suo racconto una visione romantica che fa a pugni con la nottata bagherese , dove “botti” si è coniugato in “danno”, con una vena vandalica ormai propria delle nostre strade.
A Napoli la tradizione vuole che in tutte le case vi sia predisposto un più o meno discreto arsenale di botti da fare esplodere intorno alla mezzanotte del 31 dicembre. Con il tempo l’inizio della esplosione dei botti è stato via via anticipato. Adesso i botti iniziano ad esplodere nel tardo pomeriggio del 31 dicembre. Alla mezzanotte vengono tirati fuori i botti più grossi e più potenti. Ho visto negli anni diverse scene tipiche del momento. Ho visto ragazzi scendere con i soldi in mano per andare a comprare i botti nei dintorni del proprio palazzo. Ho visto ragazzi tornare in balcone con i botti pronti da usare, farli esplodere e ridiscendere per acquistarne altri. Ho visto l’espressione sconsolata di chi, avendo finito i soldi e non potendone avere altri dal padre, si è sistemato in balcone per osservare gli altri che ancora erano in possesso di botti da fare esplodere. Dopo gli scoppi finali segue un silenzio ovattato, accompagnato da un fumo denso che, se c’è un buon vento, si sposta più o meno rapidamente da un lato all’altro dei palazzi.
Come dire che la festa finisce in fumo.
Antonino Russo
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