Elia, fugge verso l’Oreb ed è inseguito da Gezabele che lo vuole uccidere dopo che Acab riferisce a Gezabele stesso ciò che il profeta aveva fatto uccidendo tutti i profeti di Baal. Nel momento della paura Dio non lo lascia solo e gli indica una missione. La teofania di Dio non è quella di un fuoco, di un uragano, ma nella brezza di un vento leggero e parla al cuore di Elia.
Abbiamo bisogno di un cuore pronto ad accogliere il Signore e attento alla sua presenza.
Come è possibile ciò? Oggi siamo invitati a riscoprire nella nostra vita la dimensione del silenzio. Troppo rumore e troppo parlare impedisce di ascoltare il Signore che si manifesta nei piccoli gesti e segni di ogni giorno. Rischiamo di farci scivolare i tanti gesti d’amore che il Signore ci dona nella quotidianità. Quanto abbiamo bisogno di educarci a comprendere la presenza del Signore nei gesti semplici della ferialità!
Quando penso alle flotte di persone che ogni anno compiono pellegrinaggi in grandi Santuari affermando che solo lì si sente la presenza di Dio comprendo come c’è bisogno di far crescere la fede e come questa responsabilità cade nei confronti dei sacerdoti che hanno il compito di indicare la presenza di Dio nella semplicità di una Messa domenicale per poi aiutare a far percepire l’abbraccio di Dio nella quotidianità. Non vuol dire prendere una distanza dal pellegrinaggio, che da sempre è un arricchimento spirituale importante, ma non può un evento straordinario essere una compensazione a ciò che non si vive nell’ordinario.
Ancora una volta Gesù ci offre una lezione importante. Aveva appena moltiplicato i pani e i pesci e sfamato tanta gente dopo una giornata di predicazione e di guarigioni, ed è alla ricerca di un posto per pregare e affidare il Battista appena giustiziato da Erode. Ancora una volta Gesù non si estranea nella sua preghiera, ma questa è inserita nel contesto che si vive. Questa volta ad essere in difficoltà sono i discepoli che cercano di raggiungere la meta che il Signore ha fissato e dove li raggiungerà. La barca che cerca di raggiungere la riva è nel mezzo di una tempesta e il Signore scorge le difficoltà. Il Signore ci vuole provare nella nostra fede. Quante volte in un momento di difficoltà non veniamo subito esauditi nella nostra preghiera. Il Signore ci fonde come oro nel crogiuolo per vedere se siamo aperti a cogliere la sua presenza nelle tempeste della vita o rischiamo di essere chiusi nel nostro io e nelle nostre difficoltà.
Anche come Chiesa, intesa come Popolo di Dio, possiamo non essere in grado di riconoscere Gesù. Pietro, che rappresenta la Chiesa, dubita della presenza del Signore e rischia di affondare quando cerca di raggiungerlo sulle acque. Così nelle scelte della Chiesa rischiamo di annaspare nell’acqua quando non abbiamo lo sguardo rivolto verso il Maestro. Guai se pensiamo di far da soli, perché nel momento in cui diamo il giusto spazio a Lui non abbiamo più paura e la nave prosegue la navigazione su mari più tranquilli.
Cogliamo l’occasione di questo periodo di ferie per rimettere ordine nella nostra vita, per cogliere le opportunità del silenzio e della tranquillità che possiamo ritagliarci e mettere così Gesù sempre più in alto nella nostra graduatoria. Inseriamo nella lista delle nostre priorità il Signore: non preoccupiamoci se nell’hit parade è all’ultimo posto, Lui saprà prendere la sua giusta collocazione.
In questo lavoro di riordino la Vergine Assunta può esserci di aiuto. Guardiamo a Lei che ha espresso la Sua scelta coraggiosa di Vita dicendo il Suo “Fiat” nella quotidianità e quel Suo “Fiat” ha dovuto rinnovarlo giorno per giorno e crescere per essere pronta ad accettare quel dolore immenso che è stato vedere la morte del Figlio. Recuperiamo l’intimità anche con Maria, in questo periodo di preparazione alla festa Mariana dell’Assunzione, con la semplicità della preghiera del Rosario scorgendo con il cuore i vari misteri per contemplare il volto di Cristo.
don Michele Cerutti
XIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (13/08/2023)
Vangelo: Mt 14,22-33
Rubrica religiosa a cura di Giuseppe Fumia
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