Questa pagina, forse la più bella dei vangeli (in senso estetico) è anche la meno creduta. Sì, perché per la nostra mentalità a Dio non è possibile tutto. Noi siamo capaci di giudicare tutto con il nostro metro. Da un lato diciamo “Dio onnipotente”, poi dall’altro pensiamo a questo racconto dell’Annunciazione come ad un racconto fiabesco, fantastico, scenico.

E, per non dire poi del concepimento di Maria “per opera dello Spirito Santo”. Quante volte questa definizione la troviamo, come battutaccia, quando una ragazza rimane incinta e non si sa di chi!
Andiamo con ordine.
Innanzitutto Dio può far quel che vuole. E se ha voluto manifestarsi in un modo che, a nostro vedere è “strampalato”, sarà anche perché Lui può. Se non crediamo all’Onnipotenza di Dio potremmo anche strappare queste pagine dai vangeli, per lasciare soltanto quelle che ci sembrano più credibili.
Fatta questa premessa, Dio si può rivelare in tanti modi diversi: questo dell’angelo (che vuol dire “colui che porta una bella notizia) è uno dei modi più forti per rivelare un progetto. Creature strane ma vere, che Dio manda ad annunciare.
E una donna, Maria, che non si aspettava di vivere questo momento, è lì, ad ascoltare. Prima è incredula, poi obbedisce. Obbedisce e non sa quel che sarà del suo destino.
A noi questa pagina racconta di obbedienza, di disponibilità e di semplicità.
In fondo questo nostro Dio si rivela nella semplicità e si lascia svelare poi nel quotidiano. Maria resterà incinta, Giuseppe stesso riceverà una rivelazione in sogno, sempre da parte di un angelo…ed è così che il progetto di Dio prende forma.
Non quindi con un’eclatante discesa di potenza dal cielo, ma con una creatura che sta in una semplice casa.
Oserei dire che l’Annunciazione viene dal basso….e arriverà in alto con l’Assunzione in cielo di Maria (sarà la prima morta e risorta).
Questa pagina è un mistero, cioè qualcosa carica di Dio, che puoi soltanto credere a ritroso: partendo dalla morte e risurrezione di Cristo, e pensando a quanti sono morti, testimoniando da credenti-credibili che Gesù era il Cristo. E si sono lasciati morire.
Io ci penso spesso a quegli apostoli “grezzi e rozzi” (altro che mozzette rosse e vestiti lussuosi come certi cardinali preconciliari) che hanno creduto fino a lasciarsi morire. E tanta gente ha visto la loro fede e la loro morte ed ha creduto. E dopo di loro tanti altri hanno visto quelli che hanno visto quelli che hanno visto gli apostoli e hanno creduto. E così andando oltre fino a noi. E’ da questa “credibilità” testimoniata fino ai nostri giorni che possiamo andare a ritroso e leggere il vangelo di Luca e questa pagine. E dire: è tutto vero…è così che è iniziato il progetto di Dio che non si è ancora concluso…perché siamo nei giorni in cui lo Spirito Santo continua a svelarci la verità giorno per giorno.
E in questo ci sono anche io, se ci credo, chiamato ad essere un Testimone dello Spirito in questi tempi, con il mio essere, con il mio agire. E con la memoria, sempre posso tornare agli inizi, a quell’Angelo che dice a Maria (e dice anche a me) di non avere paura.
Non avere paura di Dio. E della vita. E della verità.
don Nazareno Galullo (giovani)
IV Domenica di Avvento (Anno B) (24/12/2023)
Vangelo: Lc 1,26-38
Rubrica religiosa a cura di Giuseppe Fumia
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