Cuori, Picche, Quadri e Fiori: tutti conoscono i semi che dividono qualsiasi mazzo di carte in quattro gruppi perfettamente equivalenti. Ma, come sa perfettamente chi gioca a scopa, in alcuni casi si parla invece di Bastoni, Spade, Coppe e Denari. Nel nord Italia, invece, in alcune zone spuntano Campanelli, Ghiande e Foglie. Da dove derivano tante distinzioni? Com’è possibile che un oggetto così semplice come un mazzo di carte abbia tante differenze? Domande alle quali si può dare risposta ripercorrendo l’evoluzione storica dei semi delle carte.
Per farlo dobbiamo partire dall’idea stessa di carta da gioco, e quindi guardare al Paese che ha inventato la carta: la Cina. La carta ha cominciato a circolare già dal II secolo, secondo la tradizione precisamente nell’anno 105, ma è solo a partire dal X secolo che abbiamo notizie del fatto che tale materiale venisse utilizzato anche per giocare. Nello specifico, si sa che le carte da gioco cinesi erano divise in tre semi chiamati Qian, Tiao e Wan, che indicano quantità crescenti di monete. È verosimile immaginare che le prime carte da gioco fungessero contemporaneamente anche da valuta, esattamente come banconote.
I contatti tra Cina e Medio Oriente hanno fatto sì che le carte da gioco arrivassero alle civiltà islamiche medievali, dove si sono potute sviluppare nella struttura ancora oggi in uso. I più antichi mazzi di carte orientali, databili intorno al XIII secolo, erano infatti composti da 52 carte suddivise in quattro semi, ognuno dei quali contenente dieci carte numerate più tre figure. Non solo la struttura, ma anche i semi si distaccano rispetto agli originali cinesi. Troviamo Jawkān, ossia dei bastoni utilizzati per un gioco simile al polo, Darāhim, monete, Suyūf, delle sciabole, e Tūmān, delle coppe. Bastoni, monete, sciabole e coppe: compaiono per la prima volta i semi ancora oggi utilizzati nei vari mazzi di carte italiane, da quelli siciliani, terra profondamente legata alla cultura araba, a quelli napoletani.
Non solo: anche le carte da gioco tradizionali spagnole e portoghesi, per fare un esempio, presentano questi stessi semi. Questi, come quelli del sud Italia, sono infatti direttamente discendenti dai semi orientali, e ne mantengono anche le figure. In quelli orientali le tre figure erano maschili, un re e due vicerè, e anche nei mazzi regionali italiani troviamo tre uomini: Re, Cavallo e Fante. Verosimilmente i mazzi di carte orientali hanno circolato in tutto il Mediterraneo, radicandosi nella maggior parte dei Paesi che vi si affacciano e che, all’epoca, intrattenevano rapporti commerciali con le civiltà islamiche.
Questo spiega anche perché in altre zone, come l’Europa centrale, tali semi siano assolutamente sconosciuti. Nell’Europa continentale le carte da gioco sono comparse intorno al ‘300, ma i semi utilizzati sono unici. Ci sono sempre i Cuori, ma insieme a questi troviamo Campanelli, Ghiande e Foglie. Non è chiaro per quale motivo siano stati scelti tali simboli, ma ancora oggi i mazzi tradizionali rispettano tale raffigurazione dei quattro semi, e anche in alcune regioni del nord Italia si possono trovare mazzi di questo tipo.
Arriviamo infine ai semi francesi, i primi ai quali si pensa normalmente. Non certo a caso: si tratta dei semi più noti in tutto il mondo anche grazie al fatto di essere quelli utilizzati in versione digitale dalle più importanti piattaforme specializzate in rete, che hanno contribuito alla loro diffusione rendendoli di fatto i semi “standard” di un mazzo di carte. Non è sempre stato così: Cuori, Picche, Quadri e Fiori sono in realtà nati come semi regionali, e nello specifico dalla semplificazione dei semi dell’Europa centrale. Se guardiamo alla rappresentazione grafica, infatti, scopriamo alcune somiglianze. Le Picche, per esempio, sono le Foglie disegnate in maniera essenziale, mentre i Fiori ricordano la particolare forma con la quale erano raffigurate le Ghiande. Lo stesso si può dire per le figure: è a partire dal ‘400 che nelle carte francesi ha cominciato a comparire la Regina, sostituendo la seconda figura più importante di ogni seme.
Il loro successo ha fatto dei semi francesi quelli più noti, ma che non ha comunque sostituito i tanti mazzi di carte tradizionali che si sono evoluti nei più diversi angoli del mondo, e che ancora oggi continuano a essere amati e utilizzati.
Riceviamo e pubblichiamo
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