Sarà visitabile fino a sabato la mostra di Filippo Panseca a palazzo Inguaggiato

Famoso per avere inventato il “garofano” socialista e per essere stato “l’architetto di Craxi”, il palermitano Filippo Panseca è anche artista eclettico che assomma in sé il pittore, lo scultore, il fotografo, il designer, in grado quest’ultimo di tradurre dei bisogni in progetti adatti a rendere migliore la vita.

Una mostra delle sue opere, curata da Ezio Pagano, è stata allestita nel palazzo Inguaggiato e sarà visitabile fino a sabato. La mostra s’intitola “L’energia rivela l’arte bionica post antropocene” ed è lo stesso Panseca, da sempre capace di coniugare creatività e amore per l’ambiente, a spiegarne il significato.

“Il mondo – dice – sta cambiando, siamo nel pieno di una modifica epocale. Il clima, lo scioglimento dei ghiacciai, le guerre, la tecnologia accelerano il cambiamento e ci dicono che stiamo entrando in una nuova era geologica, siamo al post-Antropocene”. “In un momento così cruciale per l’umanità -aggiunge -la funzione dell’artista consiste nell’aiutare la natura, nel costruire una natura bionica al pari dell’uomo oggi diventato bionico, capace di sopravvivere anche grazie all’ausilio delle tecnologie che hanno in parte sostituito molte delle funzioni normalmente biologiche”.

Coerentemente, Filippo Panseca ricopre quadri e installazioni con una patina che sfrutta le proprietà fotocatalitiche del biossido di titanio, un materiale che, come lo stesso Istituto Superiore di Sanità ha riconosciuto, è in grado di purificare l’ambiente circostante ottenendo lo stesso effetto che avrebbe la piantumazione di alberi, col vantaggio di ottenere sollecitamente i benefici effetti della natura, senza attendere che gli alberi siano cresciuti.

Per purificare un locale basterebbe introdurvi un metro quadro di tele fotocatalitiche, trattate cioè con una vernice trasparente fatta di nanoparticelle di titanio. Avrebbe la stessa funzione di un albero di alto fusto. “Sarebbe – afferma Panseca – una soluzione utile per la collettività che consentirebbe allo Stato di finanziare l’arte spingendo gli artisti a fare cose nuove e diverse. Anche i Comuni potrebbero acquistare opere fotocatalitiche per disinquinare le città in poco tempo e abbellirle”.

Coltivare, insomma, una pratica virtuosa e sostenere allo stesso tempo la diffusione dell’arte.

GIUSEPPE FUMIA



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